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giovedì 24 maggio 2012 |
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ilprofe
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Mi riferisco ai quinticcì:
Purtroppo le ore a nostra disposizione in classe son meno di quante mi piacerebbe avere e allora il più delle volte mi soffermo sugli avvenimenti e tralascio qualche video che so a qualcuno di voi ("VIDEO, PROFE!) farebbe molto piacere vedere.
E allora vi consiglio qualcosa che potrete visionare con calma quando avrete tempo. Son filmati da vedere che vanno dal 1961 al 1963, anni piuttosto cruciali per la Guerra Fredda.
"Il discorso alla luna" di papa Giovanni XXIII
Kierkegaard: "Vorrei un gelato. Alla fragola. No, aspetti. Al limone. No, scusi, menta. Oddio, c'è anche la stracciatella... Allora, no facciamo che fragola andava bene. Cono. No, scusi, coppetta. No cono. Al limone. Senta, decida lei. No, scusi, decido io. No, decida lei. (Comincia ad ansimare in preda ad una crisi di panico). Allora, facciamo limone e fragola. No, meglio menta e fragola. Nella coppetta. Decida lei. No, decido io. No, decida lei. Senta, facciamo così: lasciamo decidere a Dio."
Dio: tace.
Kierkegaard "A posto così." Ed esce fischiettando, contento, senza gelato.
Ventanni fa, come oggi, veniva ucciso in un tremendo attentato Giovanni Falcone assieme alla moglie e agli uomini della scorta. Nemmeno 60 giorni dopo anche Paolo Borsellino finiva vittima di un'esplosione nel centro di Palermo.
Se in questo periodo di crisi politica, di crisi economica e anche di crisi morale vogliamo fare qualcosa di utile per questo Paese, dobbiamo prima andare a vedere cosa successe in quella primavera-estate del 1992. Oggi la mafia, responsabile di quei sanguinari eventi, sopravvive anche se non la vediamo. Ha imparato a vestirsi diversamente e purtroppo anche nelle nostre zone talvolta è riuscita ad infiltrarsi.
L'altra sera è andata in onda un'ottima puntata di Lucarelliracconta dedicata proprio agli eventi di 20 anni fa.
Con sorpresa qualche giorno fa ho scoperto che pochi fra voi terzibbì conoscete i Jethro Tull, band inglese che trae il proprio nome dall'omonimo agronomo del XVII secolo. Non chiesto ai quinticcì.
In ogni caso dal momento che è appena uscito Thick As A Brick 2 e a giugno saranno in Italia, ecco qui un modo per fare ammenda e recuperare. Poi ringraziatemi con calma!:)
THICK AS A BRICK:
Altro pezzo da ascoltare estasiati, AQUALUNG
E infine un brano che deriva dritto dritto da Bach. La Bourée.
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sabato 12 maggio 2012 |
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ilprofe
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Oggi mi son sorpreso scoprendo che qualcuno fra voi non conosceva questa meravigliosa canzone. Anche questa mattina, ascoltandola con voi, mi son venuti i brividi.
Qui la potete vedere in una versione live del 1997
Ma vi consiglierei più in generale di ascoltare anche altre canzoni. Una su tutte è BANDIERA BIANCA. Contiene alcune frasi che uno cita a memoria e che contengono rabbia e poesia allo stato puro. Qui una versione live del 1982 dall'Arena di Verona
"siamo figli delle stelle e pronipoti di sua maestà il denaro. Per fortuna il mio razzismo non mi fa guardare quei programmi demenziali con tribune elettorali e avete voglia di mettervi profumi e deodoranti siete come sabbie mobili tirate giù uh uh"
E come non scordare CENTRO DI GRAVITA' PERMANENTE. Anche qui ci son versi criptici e altri entrati di diritto nell'immaginario collettivo
Non sopporto i cori russi la musica finto rock la new wave italiana il free jazz punk inglese. Neanche la nera africana
Un po' di dolcezza la ritroviamo invece nei TRENI DI TOZEUR, cantata assieme ad una cantante degli anni 80, Alice. Solo pochi riescono a scrivere ritornelli con melodie come questa.
Infine, ma si potrebbe continuare all'infinito, una canzone che hanno riportato in auge i Subsonica: UP PATRIOTS TO ARMS
Se riuscite a tollerare il fastidioso (almeno per me) accento americano di Rifkin, consiglio la visione di questo video. In quinta ne abbiamo parlato affrontando la crisi attuale e parlando di terza rivoluzione industriale.
Qui è spiegato tutto molto bene!
Una bacheca virtuale sulla quale un prof di filosofia appende notizie, video, foto, testi da condividere con le giovani e brillanti menti con le quali ha la fortuna d'aver a che fare quotidianamente