Breccia di Porta Pia da "Superfantozzi".
L'ultimo dei 1000 di Garibaldi
Si tratta, in breve, di una sessione di domanda e risposta tra il primo ministro e i deputati, e si tiene appunto alla Camera. Ma è uno spettacolo di dibattito politico, ritualità secolare e tecnica oratoria. I due sono seduti uno di fronte all’altro, separati da un tavolo. Chi parla sta in piedi, chi ascolta è seduto. Il leader dell’opposizione può fare sei domande supplementari, e di fatto le sessioni si trasformano spesso in accesi botta e risposta tra lui e il primo ministro, che si alzano e si siedono freneticamente in corrispondenza di ogni domanda e risposta. Nel frattempo c’è il tifo: alle spalle dei due, infatti, si trovano i parlamentari del loro partito, che non perdono occasione per applaudire, urlare, ridere, contestare. Il presidente dell’aula, lo speaker, interviene rarissimamente: anche i momenti di gran casino sono codificati, parte del cerimoniale. E non c’è mai una volgarità, un insulto: persino le critiche più accese sono rivolte all’altro con un tono divertito e canzonatorio.
Ieri è stata la volta del primo question time di Ed Miliband, neo eletto segretario del partito laburista. Miliband ha attaccato David Cameron per i suoi tagli ai child benefits e poi gli ha rinfacciato una sua affermazione risalente alla campagna elettorale, con una battuta. “Io sono d’accordo con quanto disse allora il primo ministro. Perché lei non lo è?”.
"I nomi collettivi servono a far confusione. «Popolo, pubblico…». Un bel giorno ti accorgi che siamo noi. Invece, credevi fossero gli altri."
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