Pop Philosophy

Posted: giovedì 11 marzo 2010 | Pubblicato da ilprofe |
In realtà la filosofia - o potremmo chiamarla riflessione rigorosa - si nasconde ovunque, c’è solo da saperla estrarre. Per esempio, Paperino ci dice molto sulla pragmatica della comunicazione umana, il Dr. House sul ragionamento abduttivo, Sherlock Holmes su quello ipotetico deduttivo, la serie tv di Lost, poi, sembra un’enciclopedia di temi filosofici: dal rapporto con l’alterità, che rimanda a Emmanuel Lévinas, fino alla distinzione tra paura e angoscia, tema tipico di Martin Heidegger. E ancora: il web 2.0 e i social network quanto hanno da dirci sulla nozione nuova di comunità che hanno importato nella nostra vita? Quanto sono cambiati i concetti di presenza e assenza con la telefonia cellulare? Che dire dell’idea di spaesamento antropologico o di contaminazione dei saperi che nasce con l’avvento dei voli low cost? E la moda di strada, quanto ha trasformato le categorie dell’estetica, in barba ai canoni classici e poi a quelli dell’arte d’avanguardia?
La forza della filosofia, che per spirito di corporativismo andrebbe forse riscoperta e rilanciata dagli stessi filosofi, sta proprio nel potersi occupare di tutto: dal piccolo fenomeno insignificante, fino al nocciolo interiore delle cose, dalla maestria calcistica di Totti all’immortalità dell’anima. Se Aristotele fosse vivo tra noi, non scriverebbe forse un trattato sulla televisione o su Internet? Non si occuperebbe del Grande Fratello? O della pubblicità? Probabilmente sì, anzi saprebbe parlarne con lucidità e chiarezza, così come ha parlato di poesia, di politica e di arte.

WOW! LA POP-PHILOSOPHY!
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